I nuovi limiti per l’accesso al regime forfettario opereranno già dal 2020 o soltanto dal 2021? La Legge di Bilancio non specifica la data di decorrenza delle cause ostative, e tra gli addetti ai lavori le opinioni divergono. Si preannuncia un nuovo anno di caos per le partite IVA.
Nuovi limiti il regime forfettario: la Legge di Bilancio 2020 non è ancora stata approvata e già si è creato il caos più totale.
I dubbi dei titolari di partita IVA, avvallati da due diverse posizioni di commentatori ed addetti ai lavori, riguardano la data di decorrenza delle nuove cause ostative ed entro quando bisognerà verificare il superamento dei limiti per la fuoriuscita nel regime agevolato.
La risposta è rilevante, in quanto determinerà chi potrà restare nel regime forfettario per il 2020 e da quando si applicheranno i nuovi limiti previsti su redditi da lavoro dipendente e compensi ai collaboratori.
Il dubbio nasce dalla finestra larga concessa dall’Agenzia delle Entrate lo scorso anno in merito alla cessione di quote di controllo in SRL: la circolare n. 9/2019, pubblicata a seguito della riforma del forfettario introdotta dalla scorsa Legge di Bilancio, rinviava alla fine del 2019 la rimozione della causa ostativa per la permanenza nel regime forfettario.
Le ragioni addotte erano due: la data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge di Bilancio e quanto previsto dallo Statuto del Contribuente. Su quale sarà il destino dei forfettari nel 2020 vi sono ancora oggi molti dubbi, e c’è il rischio che il nuovo anno inizi senza alcun tipo di certezza.
Regime forfettario: nuovi limiti dal 2020 o dal 2021? Caos totale tra le partite IVA
Una delle criticità maggiori di una politica fiscale in continuo mutamento consiste nell’impossibilità, per imprese, professionisti e loro intermediari, di effettuare un qualsiasi tipo di pianificazione.
Le nuove modifiche sui limiti per l’accesso o la permanenza nel regime forfettario, contenute nel Disegno di Legge di Bilancio 2020, ne sono la chiara conferma.
A partire dal 1° gennaio 2020, accanto al limite di ricavi o compensi fissato a 65.000 euro, sarà necessario il rispetto dei seguenti requisiti:
- spese per il personale dipendente e per lavoro accessorio non superiori a 20.000 euro lordi;
- conseguimento di redditi da lavoro dipendente o assimilati e pensioni non superiori a 30.000 euro.
Sono queste le due modifiche previste ad oggi, anche se – specifichiamo – si attende l’approvazione definitiva e la pubblicazione in Gazzetta della Legge di Bilancio 2020 per parlare di ufficialità.
Ed è proprio in considerazione di ciò (data di approvazione e data di pubblicazione in GU) che si sollevano i dubbi sull’effettiva data di decorrenza dei nuovi limiti.
Verifica limiti regime forfettario, perché dovrebbe esser salvo il 2020
A fugare ogni dubbio dovrebbe essere una norma contenuta nello Statuto del Contribuente che, all’articolo 3, comma 2, stabilisce:
“In ogni caso, le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore o dell’adozione dei provvedimenti di attuazione in esse espressamente previsti.”
Da qui era partita l’Agenzia delle Entrate per la moratoria introdotta sui nuovi limiti per l’accesso al forfettario nel 2019, e nello specifico in merito alla cessione di quote di controllo in SRL e alla data di fuoriuscita dal regime forfettario nel caso di mancata rimozione della causa ostativa.
Nello specifico, con la circolare n. 9/2019 l’Agenzia delle Entrate rinviava alla fine del 2019 la rimozione della causa ostativa per la permanenza nel regime forfettario, considerando la data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge di Bilancio e quanto previsto dallo Statuto del Contribuente.
Per assimilazione, considerando la prassi relativa allo scorso anno, c’è chi sostiene che i nuovi limiti in arrivo con la Legge di Bilancio 2020 saranno effettivamente operativi – e quindi dovranno esser sottoposti a verifica – soltanto a chiusura del 2020, ai fini della permanenza nel regime forfettario a partire dal 1° gennaio 2021.
Nuovi limiti regime forfettario, nessuna data indicata in Legge di Bilancio 2020
Secondo tale interpretazione, potrà restare nel regime forfettario nel 2020 anche chi, in riferimento al 2019, risulterà aver superato il limite di 20.000 euro relativo ai compensi corrisposti ai collaboratori, e quello di 30.000 euro relativo al reddito da lavoro dipendente o pensione percepito.
Una sorta di “moratoria iniziale” sarebbe poi una “concessione” di civiltà, per le tante partite IVA in regime forfettario per le quali, soltanto l’anno scorso, erano stati eliminati i paletti in fase di reintroduzione.
Parlare di certezze è tuttavia prematuro. Per capire quale sarà il destino dei tanti titolari di partita IVA in regime forfettario che, nel 2019, supereranno i limiti di redditi da lavoro o compensi a collaboratori, bisognerà attendere ancora.
Dopo la Legge di Bilancio 2020, nella quale allo stato attuale non è prevista nessuna data a partire dalla quale partirà la verifica del superamento dei limiti, si attende l’ormai consueta interpretazione dell’Agenzia delle Entrate.
Non è dato sapere però quali saranno i tempi e, parimenti, non si esclude del tutto l’ipotesi dei meno ottimisti, che danno per “spacciati” i forfettari che nel 2019 risulteranno aver superato i nuovi limiti in arrivo.